<O bellicoso, lasciato per un poco lo scudo e la lancia assistimi,
O Marte, sciogli fuori dall'elmo la lucente chioma.
Forse tu chiedi cos'abbia a che fare un poeta con Marte?
Ma da te prende il nome il mese che ora si canta.
Tu vedi che feroci guerre si compiono per mano di Minerva;
ma forse ella non si dedica meno alle nobili arti?
Sull'esempio di Pallade cogli il momento di deporre la lancia:
troverai imprese da compiere inerme.
Eri anche allora inerme, quando ti avvinse d'amore la sacerdotessa
romana, affinché dessi a questa Città una nobile stirpe.>
Ovidio, Fasti III, 1-10
Abbiamo visto il Calendario di Romolo, abbiamo visto quello di Numa, quello di Cesare ed infine abbiamo capito come si legge il calendario romano, ma tra tutte queste scelte e possibilità del passato, come facciamo a deciderne uno? E
le altre realtà pagane romane oggi come fanno?
Cerchiamo quindi di fare una panoramica sulle realtà romane oggi, di modo da vere gli strumenti per prendere una nostra autonoma decisione.
Il primo calendario esclusivamente solare che abbiamo venne introdotto nel 46aev ad opera da Giulio Cesare nel suo ruolo di Pontefice Massimo. Fu particolarmente rivoluzionario perché segna il definitivo abbandono della cultualità lunare a livello pubblico (come abbiamo visto infatti KAL-NON-IDVS erano legate alla fase lunare).
Questo visibile qui sopra è una parte dei Fasti Prenestini visibili al Museo Nazionale Romano, sono datati tra l'introduzione del Calendario Giuliano (di cui articolo il 7 febbraio 2016) ed il 22
ev, e rappresenta in modo frammentario i mesi da Gennaio ad Aprile, e Dicembre.
Il computo romano era profondamente diverso dal nostro, e di seguito cercheremo di capire in che modo leggerlo, seguiamo l'ordine di esposizione del calendario stesso:
<Gli antenati romani dissero Februe*1 le espiazioni:
e ancora molti indizi confermano tal senso della parola.
I pontefici al re e al flamine chiedono le lane,
che nella lingua degli antichi erano dette "februe".*2
Gli ingredienti purificatori -il fatto rostato e i grani di sale
che il littore prende nelle case prestabilite,*3 si dicono anch'esse "februe".
Porta lo stesso cone il ramo tagliato da un albero intatto
che cinge di fronde le caste tempie dei sacerdoti.
Nella lunga storia della Roma antica non vi è sempre stato un unico calendario, l'evoluzione culturale e sociale dell'Urbe attraverso i secoli ha condotto ad un processo di cambiamenti in ambito calendariale tali per cui partendo da un approssimato calendario lunare, si è giunti ad un calendario solare estremamente simile al calendario Gregoriano in uso oggi da noi.
Nella lunga storia della Roma antica non vi è sempre stato un unico calendario, l'evoluzione culturale e sociale dell'Urbe attraverso i secoli ha condotto ad un processo di cambiamenti in ambito calendariale tali per cui partendo da un approssimato calendario lunare, si è giunti ad un calendario solare estremamente simile al calendario Gregoriano in uso oggi da noi.
Nella complessa struttura del calendario Romano riconosciamo ancora in epoca tarda l'eredità di quello che era il calendario lunare in tre festività che si ripetono ogni mese: Kalendae (KAL), Nonae (NON) ed Idi.