Non si può definire "semplice" la rituaria romana, essa comprende numerose conoscenze teoriche e pratiche che si vedono necessarie per poter eseguire un rito.
Questo gran numero di norme sono fortunatamente fatte salve da un nutrito numero di fonti, diversamente da quello che avviene per altre realtà pagane.
In questa serie di articoli sul Rito Romano cercheremo di dare delle indicazioni precise e puntuali (dove possibile) su come compiere un rito, in modo tale da dare a tutti la possibilità di
farlo.
L'ordine per argomento seguirà lo stesso del rito vero e proprio.
Presa visione dell'apertura rituale passiamo adesso ad un semplice rito di offerta al genio del luogo. Catone propone questo rito per diradare un bosco facendo differenza tra il rito per coltivare quel terreno oppure no, questo elemento è particolarmente interessante in quanto sottolinea che quel tratto di terreno interessato non soltanto viene privato degli alberi, ma anche che cambia destinazione d'uso. Questo ci informa ancora una volta su quanto la sacralità impregnasse il quotidiano, e quanto fosse fondamentale ingraziarsi le divinità di un bosco (luogo misterioso ed impenetrabile, dominato da divinità proprie) prima di violarlo.
E' interessante anche che l'invocazione a questo dio ignoto inizi con <si deus, si dea es> (<dio o dea che tu sia>) elemento che si trova anche in Macrobio, insieme alla formula
<sive vos quo alio nomine fas es nominare> (<o con qualsiasi altro nome sia lecito nominarvi>), e dimostra che i romani invocassero ed offrissero anche a divinità ignote e delle quali
ignorassero ogni aspetto.
E abbiamo molti altri esempi: nel 1829 venne trovata sul palatino un'ara di età sillana che recita <sei deo sei deivae sac / c sextium c f calvinus pr / de senati sententia /
restituit> ovvero <sacro a un dio o a una dea, Caio Sestio Calvino, figlio di Caio, pretore, restaurò per ordine del Senato> e che era probabiblmente in riferimento al dio ignoto
Aio Locuzio, che aveva avvertito i romani di ricostruire le mura prima che i galli attaccassero. Per quanto concerne il nume tutelare di Roma, gli venne dedicato uno scudo sul Campidoglio dove si
leggeva <Genius Urbis Romae sive mas sive femina>, <al Genio della città di Roma che sia maschio o femmina>. E ancora sulle tavole dei Fratelli Arvali <Sive deo sive
deae in cuius tutela hic lucu lucusque est>.
Come si vede non soltanto il concetto d'invocazione ad un dio ignoto o negli altri nomi in cui una divinità voglia farsi chiamare si ripete, ma anche la formula.
Per altro anzi, le formule citate da Macrobio nei Saturnalia (III,9, 7-8-10-11), sono in riferimento alla guerra contro Cartagine, quindi l'invocazione di divinità ignote non è soltanto a livello di culto privato, com'è quella di Catone, bensì pubblico, ovvero di stato.
[139 CXLVIII.1] <luculum conculare Romano more sic oportet: porco piaculo facito, sic verba concipito:
Si deus, si dea es, quoium illud sacrum est, uti tibi ius est porco piaculo facere illiusce sacri coercendi ergo harumque rerum ergo, sive ego sive quis iussu meo fecerit, uti id recte factum siet, eius rei ergo te hoc porco piaculo immolando bonas preces precor, uti sies volens propitius mihi domo familiaeque meae liberisque meis: harumce rerum ergo macte hoc porco piaculo immolando esto>
[***frammento mancante***]
[140 CXLIX.1] Si fodere velis altero piaculo, eodem modo facito, hoc amplius dicito:
operis faciundi causa
Dum opus, cotidie per partes facito: si intermiseris aut feriae publicae aut familiares intercesserint, alter piaculo facito.>
[139 CXLVIII.1] <Bisogna diradare un bosco sacro, secondo usanza romana, in questa maniera: offrirai un animale in espiazione, e dirai:
Che tu sia dio o dea, a te che è sacro questo bosco, poiché è tuo diritto ricevere in espiazione un maiale, perché si fa violenza a questo luogo sacro e per tutte queste cose, che sia io o un altro su mio comando faccia il sacrificio, perché questo sia compito correttamente, per questo motivo, presentando a te l'espiazione di questo maiale, io t'invoco con giuste preghiere, perché tu sia propizio a me, alla mia casa, alla servitù ed ai miei figli: per questo ti sia gradito questo maiale immolato come espiazione.
[***frammento mancante***]
[140 CXLIX.1] Se volessi utilizzare il bosco per coltivare, lo farai con un altro rito espiatorio, nello stesso modo, aggiungendo:
per poterlo mettere a coltura
Questo purché lo lavorerai tutti i giorni, almeno in parte: se lo avrai trascurato o saranno intervenute feste pubbliche o private, farai un altro rito espiatorio>
Divinità e/o appellativo
Termini da modificare maschile/femminile e singolare/plurale in base alla divinità
Offerte
Termini da modificare maschile/femminile e singolare/plurale in base all'offerta
Sono stati selezionati anche nella traduzione per facilitare la comprensione degli elementi in italiano ed in latino, "tu sia
onorato" (macte) non è da modificare.
Nuovamente ricordiamo che non s'invita nessuno a compiere sacrifici animali.
Per ulteriori informazioni s'invita a leggere gli articoli precedenti.
Un ottimo traduttore di italiano-latino e latino-italiano, fornendovi anche di declinazioni e tutto è questo.
Emanuele Viotti
Rito Romano IX ------- Rito Romano XI
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Marco Stella (mercoledì, 25 novembre 2015 18:21)
Rinnovo i complimenti per l'iniziativa in tutto il suo insieme
Bellissimo lavoro
Avanti tutta
Saturnia (giovedì, 03 marzo 2016 20:20)
Grazie dell'articolo, che mi è di grande ispirazione per il mio lavoro artistico!