<Quid est sanctius, quid omni religione munitius quam domus unius cuiusque civium? Hic arae sunt, hic foci, hic di penates, hic sacra, religiones, caerimoniae continentur; hoc perfugium est
ita sanctum omnibus ut inde abripi neminem fas sit. Quo magis est istius furor ab auribus vestris repellendus qui, quae maiores nostri religionibus tuta nobis et sancta esse voluerunt, ea iste
non solum contra religionem labefactavit, sed etiam ipsius religionis nomine evertit.>
<Cosa c'è di più sacro, di più difeso, in ogni religione della casa di ciascun cittadino?
Qui ci sono gli altari, i focolari domenstici, i Penati, le cose sacre, i riti, le cerimonie; questo rifugio è per tutti sacro, e a nessuno può esservi portato via. Tanto più è da respingere
dalle orecchie la follia di costui il quale, quelle cose che i nostri antenati vollero che fossero per noi sacre e sicure, egli non solo ha smosso contro la religione, ma ha anche sconvolto in
nome della stessa religione>
Cicerone, De Domo Sua, 109
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