[V]
Praeterea ex eodem libro Catonis haec etiam sparsim et intercise commeminimus: "Vestiri" inquit "in foro honeste mos erat, domi quod satis erat. Equos carius quam coquos emebant. Poeticae artis
honos non erat. Si quis in ea re studebat aut sese ad convivia adplicabat, "crassator" vocabatur". [VI] Illa quoque ex eodem libro praeclarae veritatis sententia est: "Nam vita" inquit "humana
prope uti ferrum est. Si exerceas, conteritur; si non exerceas, tamen robigo interficit. Item homines exercendo videmus conteri; si nihil exerceas, inertia atque torpedo plus detrimenti facit
quam exercitio".
[V]
Inoltre dallo stesso libro di Catone ricordiamo qua e là e sparpagliatamente anche queste parole: "Era costume - dice- vestirsi semplicemente nel foro, in casa quanto era sufficiente. Pagavano
più costosamente i cavalli che i cuochi. Non c'era il pregio dell'arte poetica. Se qualcuno si applicava in questa cosa o si dedicava ai banchetti, era detto "parassita". [VI] Anche in quello
stesso libro c'è quella frase di famosa verità: "Infatti la vita umana - dice- è quasi come il ferro. Se l'usi, si consuma; se non l'usi, tuttavia la ruggine rovina. Vediamo che anche gli uomini
sono consumati dal lavorare; se non eserciti nulla, l'inerzia e il torpore provoca più danno del lavoro"
-Notti Attiche liber 11,1-2 di Gellio-
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