<Homines ab immortalibus ignem petebant, neque in perpetuum servare sciebant; quem postea Prometheus in ferula detulit in terras, hominibusque monstravit quomodo cinere obrutum servarent. Ob hanc rem Mercurius, Iovis iussu, deligavit eum in monte Caucaso ad saxum clavis ferreis et aquilam apposuit, quae iecur eius exesset. Quantum die ederat, tantum nocte crescebat. Hanc aquilam post XXX milia annorum Hercules interfecit eumque liberavit.>
<Gli uomini chiedevano agli dei il fuoco, ma non lo sapevano conservare per sempre; poi Prometeo lo portò sulla terra in una canna, ed insegnò agli uomini in quale modo lo potessero conservare ricopertolo con la cenere. A causa di questo fatto, Mercurio, per ordine di Giove, lo legò ad una roccia sul monte Caucaso con chiodi di ferro e mise un’aquila che rodesse il suo fegato. Tanto ne aveva mangiato durante il giorno, quanto ricresceva la notte. Dopo trentamila anni Ercole uccise quest’aquila e lo liberò.>
-Igino, Fabula CXLIV - Prometeo
Emanuele Viotti
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